martedì 30 agosto 2016

The Conjuring - Il caso Enfield


Bentornati nella Casa degli Orrori di James Wan. Come sempre succede in tempi tristi e spaventosi, c’è una gran voglia in giro di essere terrorizzati, nel buio rassicurante della sala cinematografica, da fenomeni paranormali ed entità demoniache - si creda o meno alla loro realtà - per dimenticare i veri orrori che succedono quotidianamente nel mondo reale. Non c’è alcun dubbio che Wan sia un abile artigiano e il successo dei suoi film è lì a dimostrarlo. Con le sue capacità di cogliere i cambiamenti nel gusto del pubblico sta pian piano riportando l’horror al successo popolare che da tempo gli mancava, come conferma questo secondo film dedicato alla coppia di popolari demonologi, esorcisti, medium e ghostbusters americani Ed e Lorraine Warren. Stavolta al centro delle loro indagini c’è la storia del Poltergeist che nel 1977 – in piena epoca post-Esorcista quando questi fenomeni diventano da un giorno all’altro molto comuni - sembra infestare la casa popolare abitata da una madre separata con quattro figli, Peggy Hodgson, e che come da consuetudine vengono catalizzati da una preadolescente, l’undicenne Janet.
Il caso più famoso in cui i Warren vennero coinvolti, come si ricorda all’inizio del film, fu quello assai controverso della strage notturna di una famiglia da parte del padre nella casa di Amityville, attribuito dai credenti a possessione demoniaca e raccontato in una serie infinita di film. Del loro coinvolgimento nel caso Enfield, oggetto anche della miniserie inglese del 2015 Enfield: Oscure presenze e di numerosi speciali e libri, c’è poca traccia e di sicuro non vi hanno partecipato in veste di risolutori ma solo di consulenti: i fenomeni di incerta provenienza della casa di Green Street scomparvero spontaneamente nell’arco di due anni dopo aver scatenato un gran circo mediatico. Per chi vuole approfondire, su Youtube c’è abbondanza di documentazione in merito, incluse le registrazioni della voce di Janet posseduta dallo spirito di “Bill”, il vecchio abitante della casa. La ragazzina fu anche sorpresa - momento che nel film prelude alla svolta finale - nell’atto di piegare posate e simulare altre manifestazioni, ma nonostante tutte le prove a sfavore, molti dei testimoni coinvolti ancora giurano sulla verità della storia, incluse ovviamente le protagoniste.
Al cinema horror, però, tutto questo non interessa: chi lo vede sa fin da principio che tutto quanto accade sullo schermo, per assurdo e ridicolo che sia, è vero e che per una volta l’impossibile prevarrà sulla logica. Entrando in sala, insomma, accettiamo di mettere a dormire la nostra razionalità e risvegliare paure e credenze ancestrali. È un rito innocuo e liberatorio che a molti di noi piace celebrare e che è un po’ come tornare bambini e avere di nuovo paura dei tuoni. James Wan tutto questo lo sa benissimo e per convincere maggiormente il pubblico già desideroso di compiere un atto di fede, punta sull’amplificazione dei fenomeni di cui ci rende testimoni. Il nostro punto di vista nel film è quello dei Warren, che uniscono a un’ incrollabile fede e alla forza del loro amore coniugale un pragmatismo e un dinamismo tipicamente americani che li porta ogni volta a salvare da soli il mondo, anche in trasferta. Nella realtà la loro convivenza col mondo oscuro invisibile ai più è stata assai redditizia, ma nel film c’è un prezzo da pagare, tanto che Lorraine, tormentata da un’oscura visione legata al caso di Amityville, decide che è tempo di abbandonare le malvagie compagnie e dedicarsi alla lettura della Bibbia. Ma i demoni cercano lo scontro con chi li ha sfidati, vogliono chiudere la partita e li richiamano in prima linea.
Non è certo un caso se Wan realizza il film con estrema attenzione ai classici della possessione degli anni Settanta, con un omaggio all’Esorcista che ha in qualche scena sentore di plagio, qualche citazione  da Changeling di Peter Medak e attingendo ovviamente a piene mani da Poltergeist. Come si faceva all’epoca, costruisce la tensione con la necessaria lentezza prima di scatenare l’inferno e ad innestare su un corpo fin troppo classico arti moderni e deformi che costituiscono l’unico vero e valido elemento innovatore del film. Non è un caso se avrà il suo personale spinoff, dopo Annabelle, quello che è il personaggio protagonista delle sequenze più riuscite, la Suora demoniaca, nato paradossalmente quando ci si è resi conto che l’entità diabolica realizzata in precedenza non funzionava affatto e si è reso necessario rigirare le scene in cui appariva. E forse un film a sé meriterebbe anche il Crooked Man, l’Uomo Storto dello Zootropio, che, per quanto cartoonesco (alzi la mano chi non ha pensato a Beetlejuice), ricorda anche protagonisti del terrore adolescenziale moderno come lo Slenderman delle creepypasta.
Delle due ore e un quarto della (eccessiva) durata del film ci resta più che altro questo, oltre alle sempre ottime performance di Patrick Wilson e Vera Farmiga, splendidi protagonisti tra l'altro delle nostre due serie preferite, Fargo e Bates Motel, e - soprattutto - l'intensità della piccola Madison Wolfe, che abbiamo già apprezzato in L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo e nelle serie True Detective e Zoo. Per una questione generazionale, chi gli anni Settanta li ha vissuti davvero e ha visto i classici del periodo al cinema, apprezzerà il tentativo e l’onesta Operazione Nostalgia del regista, ma uscendo dal suo Tunnel dell’orrore porterà con sé un paio di belle sequenze tra molte risate e qualche sbadiglio. Ciò non toglie che tutti gli altri possano apprezzare di più The Conjuring - Il caso Enfield per le sue intrinseche qualità e tributargli il successo che la sua sincerità gli merita. In fondo la popolarità dei film di James Wan potrebbe aiutare anche gli horror meno mainstream e più interessanti ad arrivare tempestivamente nelle nostre sale.

Fonte: comingsoon.it

venerdì 12 agosto 2016

J-AX & Fedez - Vorrei ma non posto


J-AX & FEDEZ - VORREI MA NON POSTO
Acquista su iTunes: http://apple.co/1q3auzg
Ascolta su Spotify: http://spoti.fi/26ZhQWt

Regia: Mauro Russo
Art director: Alessandra Alfieri
Fotografia: Davide Manca
Montaggio: Giacomo Lalli
Line Producer: Alessandro Guida
Executive Producer: Roberto Minotti \\ Videodesign
Aiuto Regia: Daniele Barbiero, Alessandra Alfieri
Aiuto Casting: Nikita
Stylist: Dave Rodriquez e Piermattia Aiello
Scenografia: Andrea Tesserin
Props: Mauro Grassi - Italenti
DirettoreProduzione: Martina Cloro
vfx: Raffaele Di Nicola


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giovedì 4 agosto 2016

Lasagne alle melanzane e ricotta


Queste lasagne alle melanzane e ricotta sono un primo piatto gustoso che si compone di ingredienti freschi e leggeri, come melanzane grigliate, ricotta e basilico; una ricetta dai sapori mediterranei, semplice e veloce, adatta ad essere preparata anche durante il periodo estivo. Buon appetito!

INGRADIENTI
• 300 g di lasagne pronte
• 1 melanzana grande
• 150 g di ricotta
• 50 g di pinoli
• 8 cucchiai di passata di pomodoro
• parmigiano grattugiato
• basilico
• burro
• olio
• sale

TEMPO PREPARAZIONE
15 MIN
TEMPO COTTURA
60 MIN
TEMPO RIPOSO
60 MIN

CALORIE
513 CALORIE
PORZIONI
4 PORZIONI


INTRODUZIONE
Le lasagne sono un piatto classico della cucina, uno dei più invidiati e copiati della nostra tradizione culinaria.

Versatili e adatte sia d'estate che d'inverno, le lasagne si possono preparare in molti modi diversi a seconda degli ingredienti utilizzati: con la besciamella, con la passata di pomodoro, utilizzando sia la carne che il pesce come nella ricetta delle lasagne con vongole, gamberi o bacon, o infine con le verdure.

Si possono inoltre conferire presentazioni più o meno tradizionali: se si vuole dare sfogo alla creatività si possono preparare ad esempio delle mini lasagne.

La versione proposta in questa ricetta delle lasagne alle melanzane e ricotta è più leggera rispetto alle lasagne alla bolognese e prevede l'utilizzo di ingredienti "light"; l'accoppiata vincente melanzane grigliate e ricotta, infatti, compone questo primo rendendolo adatto anche alla bella stagione e alle sue alte temperature.

Abbiamo inoltre voluto donare a queste lasagne alle melanzane e ricotta un tocco di freschezza utilizzando il basilico, che garantisce inoltre al piatto un profumo molto invitante.

ALTRE RICETTE GUSTOSE: Lasagne di grano saraceno con broccoli e verza, Lasagnette con peperoni, bottarga di tonno e burrata

Fonte: cucchiaio.it

sabato 30 luglio 2016

JASON BOURNE


Matt Damon torna a vestire i panni del suo personaggio più famoso Jason Bourne. Paul Greengrass, il regista di The Bourne Supremacy e The Bourne Ultimatum - Il ritorno dello sciacallo, è nuovamente al fianco di Damon in Jason Bourne, il nuovo capitolo della saga della Universal Pictures. In questo film il più pericoloso ex-agente CIA è costretto ad uscire dall'ombra. Nelle tre nuove clip del film vediamo il protagonista alle prese con una rivolta ad Atene, una corsa automobilistica per le strade di Las Vegas e una telefonata che cambierà il corso delle sue avventure.
Le new entry di questo capitolo sono il premio Oscar Alicia Vikander, Vincent Cassel che veste i panni del villain e Tommy Lee Jones. Julia Stiles invece torna nei panni del suo personaggio di sempre.

Frank Marshall è ancora una volta il produttore insieme a Jeffrey Weiner per Captivate Entertainment, Greengrass, Damon, Gregory Goodman e Ben Smith. Ispirato ai personaggi creati da Robert Ludlum, il film uscirà nelle sale italiane il 1 settembre, distribuito da Universal Pictures.

Fonte: MYmovies.it

venerdì 29 luglio 2016

Caprese con melone



Un piatto fresco, estivo e colorato che si prepara in soli 10 minuti. Quella della caprese con melone è un variante stuzzicante e originale della classica caprese, sia nella composizione degli ingredienti che nella presentazione. Piccole sfere colorate accompagnate da erbe aromatiche e granella di pistacchio conpomgono questa allegra insalata, da provare!

INGREDIENTI
• 1 melone medio
• 200 g di mozzarelle ciliegine
• 300 g di pomodori ciliegino
• 100 g di prosciutto crudo dolce
• sale
• pepe
• olio qb
• foglioline di menta
• origano fresco
• erba cipollina
• una cucchiaiata di pistacchi

ESECUZIONE RICETTA
FACILE
TEMPO PREPARAZIONE
10 MIN
PORZIONI
4 PORZIONI

INTRODUZIONE
Un piatto colorato e originale che ripropone gli ingredienti di due ricette semplici e classiche: la caprese a base di mozzarella e pomodoro e il tipico abbinamento prosciutto e melone. La caprese con melone prevede inoltre l'utilizzo di erbe aromatiche quali erba cipollina e maggiorana che donano un tocco aromatico alla ricetta.

Facile e veloce da realizzare questo piatto tipicamente estivo, che non prevede la cottura dei suoi ingredienti, è leggero e adatto per sia per una cena in famiglia che con amici. La caprese con melone è inoltre versatile, poichè data la sua composizione potete eventualmente ridurre le dosi indicate e presentarla anche come antipasto o secondo piatto.

Una delle particlarità di questo ricco piatto unico sta nella presentazione dei suoi ingredienti che come piccole sfere colorate, nell'insieme rendono l'aspetto di questa caprese con melone inusuale e divertente.

Se siete alla ricerca di un'altra insalata fresca, presentato in modo altrettanto originale e allegro, consultate la ricetta dell'insalata caprese: è quella che fa per voi!


PREPARAZIONE
Fase 1
Lavate il melone, dividetelo a metà, togliete la parte centrale con i semi. Usando uno scavino porzionatelo e tenetelo da parte. Scolate le mozzarelline e tamponatele con carta assorbente. Lavate i pomodorini. In un bel piatto di portata mettete le palline di melone, le mozzarelline e i pomodorini.  
Fase 2
Disponetevi sopra le fettine di prosciutto e decorate con le erbe spezzettate e i pistacchi tritati grossolanamente. Finite con una grattata di pepe fresco e servite subito.

Fonte: cucchiaio.it

venerdì 22 luglio 2016

Max Pezzali - 6/1/sfigato 2012 ft Two Fingerz


6/1/ Sfigato è il nuovo singolo di Max Pezzali. Il brano è tratto dall’album Hanno ucciso l’Uomo Ragno 2012 e contiente il featuring del rapper Two Fingerz. Di seguito testo e audio.

6/1/ Sfigato – Testo

Dimmi cosa fai quando stai con lei
metti le cassette di Masini
lei poi ti racconta i suoi casini
roba che se non facevi il romantico
lei magari ti diceva facciamolo
ed invece sei rimasto fregato
da “PERCHE’ LO FAI” e “DISPERATO”
hai comprato pure il cellulare
da tua madre tu ti fai chiamare
per far finta di essere uno importante
chiamo dopo sono in mezzo alla gente
fingi di essere come Berlusconi
pieno di ragazze e di milioni
fino a ieri eri come noi invece adesso cosa sei
Sei uno sfigato ma cosa vuoi
Sei uno sfigato ma chi sarai mai
Quando vai nei bar fai un po’ la star
tu ti metti sempre accanto agli specchi
poi ti guardi dritto fisso negli occhi
e la mano passi in mezzo ai capelli
dici “UE MARONNA TROPPO BELLI”
non ti muovi mai per evitare
che la giacca ti si possa sciupare
quando metti su gli occhiali da sole
con quell’aria da grande attore
credi che le donne muoiano ai piedi
di uno come te però non vedi
che ti prendono soltanto in giro
e tu che continui a fare il duro
fino a ieri eri come noi invece adesso cosa sei
Sei uno sfigato ma cosa vuoi
Sei uno sfigato ma chi sarai mai
Quando parli tu sembra che sai più
cose strane di novella 2000
del jet-set sai tutto quello che tira
perché dici di conoscerli tutti
e per questo che conosci i fatti
il tuo panfilo a Montecarlo
io ti giuro vorrei proprio vederlo
dici che fai quasi tutti gli sports
dal rock ‘n’ roll acrobatico al golf
spesso fai l’intenditore di vini
sei pure uno chef quando cucini
credi di essere uno ricco e potente
uno che può far tremare la gente
ed invece tu che cosa sei uno qualsiasi come noi
Sei uno sfigato ma cosa vuoi
Sei uno sfigato ma chi sarai mai


Clicca qui sotto per visionare il video ufficiale


martedì 19 luglio 2016

THE ZERO THEOREM


Un mondo colorato e pop, vivace quanto opprimente e distopico. Questo è lo scenario in cui si svolge The Zero Theorem, il nuovo film di Terry Gilliam. Presentata in concorso alla Mostra di Venezia, la pellicola è interpretata da Christoph Waltz, Mélanie Thierry, David Thewlis e, in ruoli cameo, Matt Damon e Tilda Swinton.

Il regista torna alla fantascienza, genere che ha già visitato a suo modo con I banditi del tempo, Brazil e L'esercito delle 12 scimmie, per raccontare la storia di Qohen Leth (Waltz), impiegato in una bizzarra azienda in cui non si capisce bene cosa si produca, ma qualsiasi cosa sia ha a che fare con fiale colorate e console che sembrano una via di mezzo tra un moderna Playstation e un arcade anni Ottanta. Qohen non ama stare in mezzo alla gente e così chiede al suo capo (Thewlis) di poter lavorare da casa. Il boss dei boss, conosciuto solo col nome di Management (Damon), acconsente, a patto che riesca a risolvere il misterioso Teorema Zero, che ha a che fare addirittura con il senso della vita e l'origine dell'universo. Nel corso di un'avventura che lo porterà a riscoprire le gioie della vita, Qohen trova anche l'amore di una prostituta virtuale (Thierry).

The Zero Theorem sembra una versione pop di Brazil, poiché ci aggiriamo anche qui dalle parti di un futuro distopico controllato dal "Grande Fratello" e sepolto sotto la burocrazia, in cui le persone vivono vite tetre, dominate da lavori alienanti e senza uscita né significato. Però qui si aggiunge un'estetica ancora più kitsch, in cui gli effetti digitali si mescolano a location stranianti per ottenere un effetto da sovraccarico sinaptico, arginato in parte dalla scelta - obbligata da motivi di budget - di ambientare gran parte delle vicende nella casa di Qohen, una sorta di chiesa sconsacrata.

Il film è un continuo salto tra reale (o meglio surreale) e virtuale, onirico. C'è l'ambizione di parlare del presente, della nostra ossessione per i nuovi media e del loro dominio preoccupante nelle nostre vite, che stanno diventando sempre più virtuali e slegate dalla realtà tangibile. Non siamo ancora arrivati a fare sesso nella rete, come accade nel film, ma Gilliam non sbaglia quando prevede che questo potrebbe accadere. La cosa interessante è che gli incontri virtuali tra Qohen e la sua amata Bainsley (Thierry) sono forse gli unici momenti di felicità del protagonista, e quindi il regista è abbastanza intelligente da non puntare il dito contro internet in toto, ma intraprende un discorso più complesso e sfaccettato.

The Zero Theorem, comunque, parla anche di fede, facendone una discreta critica: Qohen è un uomo di fede che ha vissuto una vita insignificante in attesa di un evento che le desse senso. Tutto sommato, dunque, i temi non mancano, eppure il film non colpisce come altre opere di Gilliam. Il finale nichilista, in ogni caso, chiude in modo convincente la pellicola e guadagna punti nel non voler spiegare tutto quanto, lasciando l'interpretazione allo spettatore.

Fonte: film.it