lunedì 25 settembre 2017

Cucina mediterranea


ricettemediterraneo


Risotto con pomodorini al forno

Tempo di preparazione:10 minuti
Cottura in forno: 30 minuti (a 200°)
Cottura sul fuoco: 45 minuti
Tempo totale: 85 minuti

Ingredienti per 4 persone:

•    circa 500 g di pomodorini freschi 
•    50 ml di olio d’oliva 
•    1 cucchiaino di zucchero
•    4 tazze di brodo vegetale
•    1 cipolla tritata
•    500 g di riso Carnaroli
•    125 g di parmigiano grattugiato 
•    basilico fresco quanto basta
•    sale e pepe quanto basta

Come si procede
•    Disporre i pomodori in una teglia e condire con 2 cucchiai d’olio d'oliva.
•    Aggiungere sale, pepe e zucchero e cuocere per 30 minuti in un 
forno preriscaldato. 
•    In una casseruola, scaldare a fuoco basso il brodo insieme al vino.
•    In una casseruola più grande soffriggere per circa 1 minuto la cipolla nell’olio rimanente.
•    Aggiungere il riso e farlo tostare, mescolando per qualche minuto. 
•    Aggiungere una tazza del brodo unito al vino e mescolare il riso fino a quando il riso non avrà assorbito tutto il liquido.
•    Aggiungere ancora brodo e vino e continuare a cuocere, mescolando di tanto, fino a quando il riso non sarà diventato tenero.
•    Togliere dal fuoco, aggiungere 2/3 del parmigiano e condire con sale e 
pepe. 
•    Aggiungere i pomodorini cotti al forno, lasciandone una parte per la guarnizione.
•    Guarnire con i pomodori, il parmigiano rimanente e alcune foglie di basilico fresco.
•    Servire caldo.


Gazpacho

Tempo di preparazione:25 minuti

Ingredienti per 4 persone:

•    600 g di pomodori 
•    1/2 peperone rosso
•    1/2  cipolla rossa
•     ½ cetriolo
•    1 spicchio d’aglio
•    olio di oliva, sale,  pepe e aceto bianco quanto basta


Come si procede

•    Tagliare grossolanamente i pomodori, il peperone, la cipolla, il cetriolo e l’aglio. 
•    Frullare tutto insieme e aggiungere 1 cucchiaio di olio d’oliva e 4 cucchiai di aceto. 
•    Se il composto risulta troppo denso, diluire con un poco d’acqua.
•    Condire con olio e sale e lasciare raffreddare in frigo prima di servire.
•    A piacere si possono aggiungere yogurt greco, qualche foglia di basilico e granelli di pepe nero.

Fonte: QUI

sabato 16 settembre 2017

Tagliatelle con farina di marroni di Segni e ragù bianco

tagliatelle


Ingredienti per 5 persone

4 uova medie
160 gr di farina di marroni di Segni
240* gr di farina 00
1 presa di fior di sale

Per il ragù:
140 gr di petto di pollo
280 gr di pancetta fresca suina
120 gr di pancetta secca suina
8 prugne secche denocciolate
olio evo
40 gr di pinoli
sale
pepe nero
*La quantità della farina 00 dipenderà molto dalla dimensione delle uova e dall'umidità della farina di castagne che solitamente viene indicata sulla confezione.

Procedimento
Setacciare le farine su una spianatoia e unirvi un pizzico di sale. Fare la fontana rompervi le uova al centro e sbatterle con una forchetta. Impastare velocemente fino ad ottenere un composto omogeneo. Stendere la sfoglia con un matterello e con un coltello affilato ricavarne delle tagliatelle.
In un padellino antiaderente caldo far tostare i pinoli per alcuni secondi o finché non siano dorati ed emanino un odore di resina. Tenere da parte. Nella stessa padella far rosolare la pancetta secca, precedentemente ridotta a striscioline, sino a renderla croccante. Tenere al caldo. Macinare il petto di pollo e la pancetta fresca. Ridurre le prugne a piccoli pezzi.
In una capiente padella far scaldare poco olio evo e farvi rosolare la pancetta e il petto di pollo macinati. In seguito unire le prugne ridotte a pezzi, salare e pepare. Portare a bollore l’acqua, salare, versare le tagliatelle e farle cuocere per 1-2 minuti. Unire un mestolo di acqua di cottura della pasta in padella con il ragù.
Scolare la pasta e farla saltare nella padella con il condimento.
Servire nei piatti completando con la pancetta croccante e i pinoli tostati.
3
Voi godetevi questo primo. Per pulire le stoviglie sarà sufficiente una cap di Fairy!

Fonte: QUI

domenica 3 settembre 2017

Riparare i viventi




Va’ dove ti porta il cuore. Dal romanzo di Maylis de Kerangal al film di Katell Quillévéré, un cuore, e due persone: un vivo che è già morto, una viva che potrebbe essere presto morta.

Il titolo, di libro e film, è splendido: Riparare i viventi, che solo apparentemente pretende di mettere una pezza o un pezzo di ricambio a noi umani, al contrario, dall’espianto al trapianto sottende una teoria di interrogativi medici, etici, persino filosofici. Il 19enne Simon (Gabin Verdet) aveva tutto, joie de vivre, una bella ragazza e il surf per passione: un incidente lo relega alla morte cerebrale in un ospedale di Le Havre; la 50enne parigina Claire (Anne Dorval) aspetta un altro cuore.

Girato con pulizia e ariosità, ben interpretato – peccato solo per il botox di Emmanuelle Seigner e forse pure di Anne Dorval… – e ben intrecciato drammaturgicamente, è un dramma empatico e confortante, buono senza buonismi: tra il dare e l’avere, andare e ricominciare, sceglie la vita senza eludere la morte, né l’ingiustizia del fato.

Simon era giovane, bello e figo, Claire è difficile, persino scontrosa: che cosa succede quando un cuore passa da un corpo all’altro? Che cosa accade quando un film ti prende il polso?

Fonte: QUI

domenica 27 agosto 2017

Mattonella di bavarese al formaggio bianco


INGREDIENTI PREPARAZIONE
panna fresca 400 gr
zucchero semolato 145 gr
formaggio fresco tipo quark 125 gr
ricotta 120 gr
farina più un po' per lo stampo 110 gr
cioccolato fondente 100 gr
mascarpone 80 gr
zucchero a velo 30 gr
gelatina in fogli 12 gr
uova 2 -
sale -
burro -
liquore grand marnier o altro a piacere -
Per la ricetta della mattonella di bavarese al formaggio bianco, montate a lungo le uova con 75 g di zucchero semolato e un pizzico di sale, finché non diventano soffici e spumose, poi incorporatevi delicatamente la farina (pasta biscotto). Disegnate sulla carta da forno 2 rettangoli uguali al fondo di uno stampo a cassetta (22,5×8,5 cm); stendete il foglio su una teglia, con la scritta verso il fondo, in modo che non vada a contatto con il cibo; imburrate e infarinate la carta. Raccogliete la pasta biscotto in una tasca da pasticciere, poi distribuitela nei rettangoli a uno spessore di circa 2 cm. Infornate a 180 °C per 12′.

Sfornate i biscotti e lasciateli raffreddare. Ammollate la gelatina in acqua. Amalgamate la ricotta con il mascarpone, il formaggio, 70 g di zucchero semolato, mescolando finché lo zucchero non si sarà sciolto e il composto non sarà omogeneo e liscio. Montate la panna con lo zucchero a velo. Fondete il cioccolato. Strizzate la gelatina, poi scioglietela scaldandola appena in una pentolina con un cucchiaio di liquore. Unite la gelatina nel composto di formaggio e mescolate con una frusta, poi incorporate anche la panna montata (bavarese).

Versate uno strato di bavarese nello stampo, poi colatevi un po’ di cioccolato fuso con una spatolina, in modo da ottenere una variegatura, quindi aggiungete un altro strato di bavarese. Adagiate sopra la bavarese un biscotto, rifilato e spruzzato di liquore. Proseguite con un altro strato di bavarese, cioccolato, ancora bavarese, cioccolato e chiudete con l’altro biscotto, spruzzato di liquore sul lato che va a contatto con la bavarese. Coprite la mattonella con la pellicola e lasciatela raffreddare in frigo per almeno 6 ore. Infine sformatela e decoratela a piacere con ovetti, petali di rosa e cioccolato fuso.

Fonte: QUI

venerdì 18 agosto 2017

Soufflé moretto con lamponi


INGREDIENTI PREPARAZIONE
latte 150 gr
lamponi 125 gr
cioccolato fondente al sale 100 gr
burro più un po' 40 gr
farina 30 gr
albumi 5 -
tuorli 4 -
zucchero -
cognac -
sale -
Per la ricetta dei soufflé moretto con lamponi, schiacciate i lamponi con 50 g di zucchero e lasciateli macerare per 1 ora. Poi distribuiteli sul fondo di 4 stampini (ø 8 cm, h 5 cm) imburrati e spolverizzati di zucchero. Fondete a bagnomaria il cioccolato fondente al sale.

Mescolate la farina e la maizena e intridetele con il burro morbido; unite il composto nel latte caldo e mescolate velocemente con la frusta in modo che non si formino grumi. Portatelo sul fuoco per un paio di minuti, finché non comincia a rapprendersi.

Togliete dal fuoco e unite i tuorli, un cucchiaio di Cognac e il cioccolato fuso. Mescolate con la frusta e fate raffreddare il composto per 30′ circa. Montate gli albumi a neve con un pizzico di sale e 3 cucchiai di zucchero e incorporateli al composto. Versatelo nei 4 stampini e infornateli a 180 °C per 30′. Sfornate i soufflé e serviteli immediatamente, decorando a piacere con lamponi freschi.

Fonte: QUI

lunedì 7 agosto 2017

Austerlitz



Nacht und Nebel. Notte e nebbia. L’operazione di annientamento attraverso l’internamento nei campi di concentramento diede anche il titolo al memorabile documentario che Alain Resnais realizzò nel 1956. Che cosa è rimasto da raccontare, anche cinematograficamente parlando, 60 anni dopo quell’incredibile sguardo sull’Olocausto?

Sergei Loznitsa è un cineasta che proprio intorno alla struttura dello sguardo cinematografico continua a regalare opere di straordinaria potenza: a parte le parentesi di “finzione” con My Joy e In the Fog (oltre all’episodio Reflexions per il collettivo I ponti di Sarajevo), con Maidan (2014) e The Event (2015) filmò rispettivamente la recente rivoluzione ucraina e ci riportò ai giorni del golpe russo del 1991. Questa volta, partendo probabilmente da altre premesse (il titolo, Austerlitz, si rifà volutamente all’omonimo di W.G. Sebald, ed. Adelphi), si è ritrovato ad osservare come lo sguardo del presente finisca per rimanere indifferente di fronte alle tragedie della Storia.

Sì, perché se è vero che il professore di architettura che dava il cognome al titolo dell’opera di Sebald studiava quegli edifici che, “soprattutto nell’Ottocento, tendevano ad assumere forme involontariamente visionarie, sovraccarichi com’erano di significati simbolici”, Loznitsa finisce invece per immortalare – attraverso l’utilizzo della camera fissa – lo svuotamento di senso che, ai giorni nostri, caratterizza un luogo come il campo di concentramento. Che nel corso dei decenni si è trasformato da custode di indicibili orrori a meta turistica di massa: ARBEIT MACHT FREI, allora, diventa l’equivalente di un BENVENUTI A DISNEYLAND, “cartello” di fronte al quale scattarsi foto ricordo in mezzo al continuo via vai di visitatori, dove il rumore del passaggio, il chiacchiericcio della quotidianità, inquinano il silenzio della memoria.

Dapprima quasi appostata (timidamente) dietro al fogliame di un albero, la macchina da presa di Loznitsa non interferisce in nessun modo con la giornata tipo di questi luoghi “della memoria”, come a Sachsenhausen (che su TripAdvisor ha 4 stelle e mezza…), ma ne porta in superficie la tragica contraddizione: famiglie con bimbi (o cani) nel passeggino, adolescenti con magliette a dir poco antitetiche (“Cool Story Bro!”…), adulti con magliette profetiche (“Jurassic Park”…), smartphone e dispositivi per l’audioguida che si confondono alla vista, guide che con disinvoltura passano dal racconto dettagliato della morte sotto le “docce” o nei forni crematori al “se ci sbrighiamo abbiamo più tempo per mangiare”, gli orrori della storia diventano un qualcosa da immortalare per poter dire “Io c’ero! (per fortuna dopo…)”, condividendone magari sui vari social anche il lato “sdrammatizzante” (il tizio che si fa fotografare assumendo l’ipotetica posa di chi, all’epoca, veniva torturato dai nazisti).

“L’idea di fare questo film mi è venuta perché visitando questi luoghi ho sentito subito una sensazione sgradevole nel mio essere lì. Sentivo, come dire, che la mia presenza non fosse etica in posti simili”, spiega Loznitsa, che avrebbe voluto capire attraverso il “volto delle persone come ciò che guardavano si riflettesse sul loro stato d’animo. Ma non nascondo di esserne rimasto abbastanza perplesso”.

L’immagine etica e quella superflua: è anche, forse soprattutto, un film che vuole ragionare su questo aspetto, Austerlitz: quel che è certo, è che Loznitsa ci ricorda quanto il nostro rapportarci alla Storia, il modo in cui assimiliamo, “capiamo”, sia ormai viziato e massivamente distante da qualsiasi tentativo di riflessione.  E, per farlo, lascia parlare le inquadrature fisse, che rimangono libere nello spazio incidentalmente occupato dall'”uomo”.
Un film importantissimo, tra i più lucidi e al tempo stesso devastanti sulla tragedia della Shoah.

Fonte: QUI

mercoledì 26 luglio 2017

Semifreddo ai tre cioccolati


INGREDIENTI PREPARAZIONE
panna fresca 350 gr
zucchero 170 gr
cioccolato gianduia 100 gr
cioccolato fondente a l 90% 100 gr
cioccolato bianco 100 gr
yogurt greco 80 gr
albumi 50 gr
tuorli 3 -
grand marnier -
Per la ricetta del semifreddo ai tre cioccolati, fondete separatamente a bagnomaria: il cioccolato gianduia con 50 g di panna; il cioccolato fondente al 90% con 2 cucchiai di Grand Marnier e 100 g di panna; il cioccolato bianco con lo yogurt greco. Raccogliete i tuorli in una ciotola. Montate gli albumi a neve ben ferma con 50 g di zucchero. A parte montate 200 g di panna. Cuocete 120 g di zucchero con 80 g di acqua fino alla temperatura di 118 °C, poi unitelo a filo ai tuorli montando con le fruste fino a quando il composto non si sarà raffreddato; aggiungete infine la panna e gli albumi montati (composto).

Dividete il composto in 3 parti, incorporandolo delicatamente ai 3 cioccolati precedentemente fusi. Versate sul fondo di 2 stampi a sezione triangolare foderati di carta da forno (triangolo isoscele: lato 8 cm, altezza 6 cm, lunghezza 28 cm) il composto al cioccolato bianco.

Mettete in freezer per 10′, poi, con un cucchiaio distribuitevi sopra una striscia di gianduia, per tutta la lunghezza dello stampo e, affiancata, un’altra striscia di composto di fondente. Per facilitare l’operazione usate una tasca da pasticciere munita di una grossa bocchetta liscia. Lasciate riposare in freezer per 3 ore prima di servire.

Fonte: QUI